2024 2
Inaugurazione sabato 14 settembre ore 18.10
aperta fino al 6 ottobre 2024
Dal 2023 al 2026 la grande famiglia francescana celebra l’Ottavo Centenario dell’esperienza di san Francesco. Sono passati otto secoli dagli avvenimenti che hanno cambiato la vita di san Francesco d’Assisi, e, con lui, il corso della storia di migliaia di persone di ogni epoca e di ogni parte del mondo.
Per il centenario del dono delle Stimmate (1224-2024), il Museo dei Cappuccini di Genova ha ideato l’evento “I SEGNI DELLE CICATRICI. LA BELLEZZA CHE LI ATTRAVERSA. Percorso di fotografie e poesia nell’esperienza di san Francesco d’Assisi”.
Con i suoi scatti fotografici, fra Javier Garza Ontiveros ritrae il mondo con lo sguardo del francescano, capace di compassione e di contemplazione per ogni creatura di Dio. Le immagini scelte per questa esposizione ci introducono in chiave contemporanea nell’esperienza di Francesco che riviviamo in questo Centenario, formando più percorsi di lettura fruibili liberamente attraverso le didascalie.
Sulla Verna, nel settembre 1224 Francesco visse un periodo di profonda preghiera e colloquio con il suo Signore Gesù Cristo, e ne uscì trasformato nel cuore e nel corpo. Le stigmate di Gesù si impressero nella sua carne e rimasero aperte per due anni prima della sua morte: quei segni eccezionali non rappresentano l’eroismo di un giorno, ma somiglianza con Gesù portata dentro la vita quotidiana. Dove c’è un grande amore, anche la sofferenza può essere accolta come nuova occasione per amare: è il messaggio evangelico nascosto nell’esperienza della ferita. Il segno della cicatrice non smette di fare male, ma viene attraversato dalla bellezza che spontaneamente la vita sprigiona quando è vissuta in pieno.
Fu negli anni in cui portava quelle cicatrici sanguinanti che Francesco compose il Cantico delle creature. La prima poesia della letteratura italiana di cui conosciamo l’autore è, apparentemente, un idillio di fronte allo splendore del cosmo. In realtà fu composto in mezzo a fatiche fisiche e spirituali: Francesco era quasi cieco, tormentato da varie malattie e dall’incomprensione dei suoi confratelli. Con lo sguardo della fede egli riesce a scorgere motivo di lode e di benedizione a Dio anche attraverso la tribolazione e la morte.
L’esposizione che presentiamo si compone di immagini colte in vari luoghi del mondo, in particolare nelle zone di missione dove operano i frati cappuccini messicani. Paesaggi incantevoli e incontri con i più poveri e dimenticati formano un mosaico dove bellezza e cicatrice si fondono e ci invitano a entrare nella cruda meraviglia della vita, dono che ci sfida a osare l’amore come risposta a ogni cosa.
L’ardore serafico del desiderio rapiva Francesco in Dio e un tenero sentimento di compassione lo trasformava in Colui che volle, per eccesso d’amore, essere crocifisso.
Legenda maior 13, 3
C’è una crepa in ogni cosa:
è così che entra la luce.
Leonard Cohen, Anthem
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia…
Eugenio Montale