L'arte del presepe
23 novembre 2019 - 2 febbraio 2020
Il Museo dei Cappuccini di Genova presenta un percorso espositivo dedicato all’arte presepiale nelle sue diverse forme: da quello classico in statuine di diversa tipologia (legno, terracotta, terra cruda, carta incollata), a quello dipinto dai grandi artisti della scuola genovese del ‘600.
Il Natale è un evento spettacolare, da sempre il presepe ligure, in particolare quello dei cappuccini, offre uno spettacolo nuovo e vecchio allo stesso tempo: vecchio perché si ripete ormai da tre secoli, nuovo perché ogni anno raffigura sempre scene diverse ed è arricchito da nuovi dettagli che aiutano a conoscere le tradizioni popolari. C’è anche spazio per veri e propri spaccati di un mondo che non c’è più, come quello degli anni trenta del ‘900, dove un semplice rilegatore di Carmagnola, Franco Curti, dedicò anni della sua vita a costruire un presepe meccanizzato, che oggi entra davvero nella storia come uno dei presepi meccanici più antichi in Italia.
Il grande sviluppo dei presepi scolpiti si ebbe nel settecento, quando si formarono le grandi tradizioni del presepe napoletano, genovese e bolognese. A Genova Anton Maria Maragliano era l’artista più noto e il prezioso corteo dei Re Magi esposto al Museo è attribuito a lui. Non mancano di espressività anche le statuine di Pasquale Navone, uno dei suoi più apprezzati seguaci.
Ma il presepe lo si apprezza anche nella sua forma più popolare. Fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento il presepe arrivò anche negli appartamenti dei borghesi e del popolo, dove divenne il centro simbolico attorno al quale ruotavano le festività natalizie. In Italia e non solo venivano realizzate statuine con materiale poveri e deperibili di cui si conservano poche testimonianze attraverso le quali si cerca di far rivivere storie e tradizioni popolari che stanno scomparendo. Ne sono esempio i “Macachi” in terra cruda, produzione di tipo casalingo in origine realizzata dalle figulinaie di Albisola, o le statuine di carta incollata di cui si hanno poche notizie e testimonianze storiografiche, la cui provenienza è incerta, ma che probabilmente venivano realizzate in campagna o in villaggi prevalentemente agricoli.